Guadagni 2.000€? Quanto dovresti dare di mantenimento in caso di divorzio

Le cifre da pagare in caso di assegno di mantenimento all’ex coniuge. Stimare la somma dovuta per evitare sorprese.

In caso di divorzio non è raro che il giudice disponga il versamento, da parte dell’ex coniuge più forte economicamente, di una quota che consenta alla parte economicamente più debole di raggiungere l’autosufficienza economica. Chi lo richiede deve dimostrare le sue condizioni economiche e le difficoltà a procurarsi i mezzi adeguati all’autosufficienza.

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Guadagni 2.000€? Quanto dovresti dare di mantenimento in caso di divorzio – mondoposte.it

Non esiste una durata per questo tipo di obbligo, può essere una tantum, consistere nell’assegnazione di un bene oppure in una quota corrisposta periodicamente. Ma è il giudice in base a diverse valutazione che stabilisce e indica la quantità e la periodicità di questo beneficio. Detto questo è comprensibile chiedersi a quanto ammonterebbe l’assegno divorzile con un reddito di 2mila euro al mese.

Divorzio, la quota che si versa con 2mila euro al mese

Gli elementi che il giudice prende in considerazione per stabilire la somma da corrispondere alla parte economicamente più debole sono diversi. A partire dalle ragioni del divorzio, per passare alla durata del matrimonio, al reddito dei coniugi, alle loro condizioni soggettive e patrimoniali.

Ad esempio un matrimonio durato a lungo potrebbe portare un assegno divorzile più consistente. Proprio in considerazione del contributo portato da ciascuno dei due al patrimonio comune, non esclusivamente in termini economici, ma anche in termini di contributo portato dal richiedente alla conduzione della vita familiare. L’assegno di divorzio ha una funzione assistenziale, da un lato, e perequativa – compensativa, dall’altro.

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Divorzio, la quota che si versa con 2mila euro al mese – mondoposte.it

Dunque il giudice valuta in maniera comparativa le condizioni economiche delle due parti, valutando gli elementi che abbiamo accennato (contributo dato, condizioni personali economiche e non, età, durata del matrimonio e così via). Ma valuta anche, se riconoscere un contributo per il raggiungimento di un livello reddituale adeguato all’impegno fornito nella realizzazione della vita familiare. Quindi si tratta di una attenta analisi dell’intera vita matrimoniale, sotto molteplici punti di vista.

Elemento determinante naturalmente la presenza di figli, il cui interesse è tutelato dalla legge tenendo conto del numero di figli, della loro età, delle loro esigenze economiche, delle spese quotidiane relative al mantenimento e via di seguito. Detto questo si può stimare che con un reddito di 2mila euro al mese, in caso di divorzio da una persona senza lavoro e con reddito minimo, la somma da destinare all’assegno divorzile è del 20-30 per cento.

La somma da versare potrebbe aggirarsi intorno ai 400-500 euro al mese. Ma come detto ogni caso è diverse e le condizioni potrebbero essere del tutto diverse, proprio in virtù di quanto detto prima con elementi che cambiano la valutazione del giudice.

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