Uno strumento, reintrodotto dalla Legge di Bilancio 2024, permette ai lavoratori, anche durante l’anno in corso, di andare in pensione con meno di 20 anni di contributi.
Durante il 2025 saranno diversi i meccanismi messi a disposizione dei lavoratori per poter andare in pensione. Tutti prevedono dei requisiti specifici, in alcuni casi basati sia sull’età anagrafica che sull’anzianità contributiva maturata dal richiedente.
Per quanto riguarda i contributi versati, per lasciare l’impiego all’età di 67 o 64 anni, la soglia fissata è di 20 anni, ma esiste uno strumento che permette di richiedere l’accesso alla pensione anche avendo maturato un’anzianità contributiva di 15 anni, 5 in meno rispetto alla soglia appena indicata. Tale strumento è stato introdotto per la prima volta, in via sperimentale, tra il 2019 e il 2021 ed è stato confermato dalla Legge di Bilancio 2024 per il biennio 2024/2025.
Pensione a 67 o 64 anni con meno di 20 anni di contributi: lo strumento per i lavoratori
I lavoratori potranno richiedere, durante l’anno in corso, di andare in pensione a 67 o a 64 anni di età anche avendo maturato 15 anni di contributi, 5 in meno rispetto alla soglia prevista (20 anni) per la pensione di vecchiaia ordinaria e la pensione anticipata contributiva.
Questo sarà possibile grazie alla cosiddetta Pace Contributiva, inserita nella Legge di Bilancio 2024 per il biennio 2024/2025. Lo strumento, sperimentato già tra il 2019 e 2021 e da non confondere con il riscatto della laurea, consente a determinati lavoratori di riscattare fino a 5 anni di contributi così da colmare eventuali “buchi contributivi” e raggiungere il requisito per accedere o alla pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni di età) o alla pensione anticipata contributiva (64 anni di età).
Nel dettaglio, può essere richiesto il riscatto, attraverso una specifica domanda da presentare all’Inps, solo dai lavoratori che vengono definiti come “contributivi puri”, ossia quelli il cui primo accredito contributivo è avvenuto dopo il 31 dicembre 1995. Il riscatto del periodo richiesto non deve essere obbligatoriamente consecutivo, ma a patto che risalga a dopo la data appena indicata e che si tratti di periodi scoperti da contribuzione obbligatoria.
La richiesta non è gratuita, ma prevede dei costi da versare e calcolati in base all’aliquota prevista dal fondo previdenziale interessato e dalla retribuzione media lorda degli ultimi 12 mesi del lavoratore. È possibile versare la somma in un’unica soluzione o richiedere un piano di rateizzazione sino ad un massimo di 120 mesi. L’importo è deducibile fiscalmente, ma rispettando i limiti previsti dalla normativa vigente.
La Pace Contributiva, dunque, può rappresentare uno strumento utile per i lavoratori che hanno raggiunto l’età anagrafica per la pensione, ma non il requisito contributivo previsto dalla normativa.