È quel periodo dell’anno in cui si raccolgono tutti i documenti per l’attestazione ISEE; attenzione però a non commettere errori, soprattutto con le giacenze medie.
L’attestazione ISEE, indicatore della situazione economica delle famiglie, ha la duplice valenza di aiutare lo Stato a capire qual è l’effettivo stato economico della popolazione e a quest’ultima permette l’accesso a numerosi bonus ed agevolazioni fiscali a seconda delle fasce di appartenenza. Va aggiornato ogni anno e comunque entro la fine di Febbraio, per cui questo è il periodo in cui si cominciano a mettere insieme tutti i documenti per la sua redazione; è importante però non commettere errori se non si vuole un ISEE troppo alto.
Tra i documenti da presentare per la compilazione dell’ISEE ci sono anche le giacenze media, fondamentale in realtà per ottenere un documento veritiero in quanto va a definire quella che è la disponibilità economica del nucleo familiare. Proprio con queste però si commette un errore che può costare caso ai cittadini, finendo per avere un ISEE più alto con conseguente esclusione da bonus e detrazioni.
La giacenza media è l‘importo medio a credito del cliente e si calcola e si calcola dividendo la somma la dei saldi giornalieri per valuta per 365 giorni. Questo documento racchiude saldo e giacenza media dei conti attivi ed estinti per l’anno di riferimento, ma anche eventuali Buoni fruttiferi, carte prepagate nominative o valore nominale dei Fondi Comuni di investimento, l’attestazione dei premi versati per polizze assicurative. A fronte di tutto queste informazione, va da sé che è importante prestare la massima attenzione alla giacenza media.
Giacenza media, gli errori da non commettere
La giacenza media va presentata per tutti i conti e carte aperte, anche per quelli che si utilizzano o muovo poco e di cui magari ci si è anche dimenticati. Bisogna prestare attenzione anche ai dati forniti dallo stesso istituto bancario o dalle Poste perché se i dati non sono aggiornati al 31 dicembre il rischio è che l’ISEE si consideri falsato.
La conseguenza per un ISEE considerato falsato è che non si riesca più ad accedere a bonus e agevolazioni ottenute in passato e in alcuni casi è richiesta anche la restituzione delle somme che si erano ottenute.
Per evitare errori è bene, quindi, richiedere alle banche tutti documenti relativi al proprio nominativo; tra l’altro gli istituti sono obbligati a fornire al cliente un documento riepilogativo che indichi giacenza media e saldo fino al 31 dicembre dell’anno precedente.
Si può poi richiedere la supervisione di un esperto, CAF e commercialisti sono sicuramente molto più esperti di qualsiasi altro cittadino nella compilazione degli ISEE e aiuteranno anche a confrontare i dati inseriti con le fonti bancarie ricevute.